"Un datore di lavoro è sempre responsabile del comportamento dei dipendenti, soprattutto se questi danno vita a casi di mobbing, ovvero vessazioni di lavoratori in posizione gerarchica superiore rispetto alle vittime".
Anche sei mesi sono sufficienti per capire se siamo difronte ad un caso di mobbing.
Decisiva la sentenza n.22858 della Cassazione che ha accolto il ricorso di una donna che per 6 mesi era stata vessata dal suo capo con frasi scurrili".
E' una situazione lavorativa di conflittualità sistematica, persistente ed in costante progresso in cui una o più persone vengono fatte oggetto di azioni ad alto contenuto persecutorio da parte di uno o più aggressori in posizione superiore, inferiore o di parità con lo scopo di causare alla vittima danni di vario tipo o gravità.
Il mobbizzato si trova nell’impossibilità di reagire adeguatamente a tali attacchi e a lungo andare accusa disturbi psicosomatici, relazionali e dell’umore che possono portare anche a invalidità psicofisica permanente.
Disagio nell’ambiente di lavoro
Altre situazioni di disagio nell’ambiente di lavoro:
Il lavoro impegna molte ore della nostra vita ed è fondamentale nello sviluppo della personalità e per la realizzazione dei nostri bisogni.
Lo stress legato all’attività lavorativa si manifesta quando le richieste superano la capacità ad affrontarle, se le pressioni diventano eccessive si possono vivere situazioni di grande disagio che portano spesso a malessere che influenza anche la vita esterna al lavoro
Il mobbing è un fenomeno complesso che si compone di azioni illecite e lecite, non è quindi da considerarsi mobbing una sola azione, oppure una situazione lavorativa di stress forzato per un breve periodo di tempo.
Non è mobbing:
L’ambito in cui per definizione si colloca il mobbing è quello lavorativo e quindi non sono da considerarsi fenomeni di mobbing:
Il mobbing nasce in un clima di lavoro dove l’organizzazione e la comunicazione dell’azienda non sono attente al benessere organizzativo.
Possono esserci motivi emozionali, ad esempio quando un cattivo rapporto interpersonale viene portato all’eccesso, e l’omertà e connivenze ne permettono lo sviluppo
Per ragioni strategiche, dove la direzione dell’azienda cerca di allontanare dei lavoratori con un fine utile, si pensi alle fusioni o all’allontanamento per età o per avere lavoratori a contratti più vantaggiosi
Sì, molto diffuso, non si è soli
Secondo l’ISFOL (Istituto Superiore Prevenzione e Sicurezza sul Lavoro) sono circa un milione e mezzo i lavoratori italiani vittime di mobbing (su 21 milioni di occupati);
È più frequente al nord, colpisce maggiormante le donne e chi lavora nella pubblica amministrazione.
Per quanto riguarda la durata, nel 40% dei casi questa è compresa tra uno e due anni e nel 30% dei casi supera i due anni e nel 27% invece va da sei mesi ad un anno.
Maggiore frequenza nelle persone che investono molto nell’attività lavorativa.
Spesso donna di età superiore a 35 anni.
Soglia individuale di resistenza alla violenza psicologica:
(intensità della violenza) X (tempo di esposizione)
Quando la persona che è vittima delle azioni vessatorie, con il perdurare del tempo, inizia ad aver esaurito la capacità di difesa può accusare disturbi psicosomatici e relazionali.
Le principali reazioni delle persone riguardano:
Disturbi: